Come avere una strategia vincente nel Trading in Opzioni? – Con questo articolo CONTINUIAMO una importante mini rubrica su Opzioni, Strategie e Trading:
Puntata precedente a questo link: https://optiontraders.it/strategie-opzioni-e-trading-ecco-importanti-info/
Probabilmente tu, come la gran parte di noi, hai preso parte a qualche evento, corso, webinar, etc. nel quale si spiegava una strategia in opzioni.
Prova un attimo a tornare indietro a quei momenti…
L’istruttore aveva sicuramente aperto una piattaforma di trading, probabilmente quella del broker che sponsorizzava l’evento “formativo” e, con maestria e rapidità, ti mostrava le opzioni da vendere e / o acquistare per formare la “strategia”.
Prima, magari, ti aveva intrattenuto sul fatto che le opzioni sono strumenti molto efficaci, ma che la loro maestosa potenza va apprezzata combinando delle “gambe”, delle “leg” acquistate o vendute, magari addirittura sia di call, sia di put.
Strategie, in altre parole.
Ovvero, la differenza tra il trader neofita e il trader professionista. Tra parentesi, un bel giorno ti intratterremo sulla bufala del “trader professionista”. A proposito, quando chiami un idraulico, il nostro si presenta mai come “idraulico professionista”? No, certamente, sono solo i grandi trader a dover aggiungere la qualifica di “professionista” alla parola “trader”.
Ma torniamo al nostro formatore, sul palco e con la sua brava piattaforma di trading aperta, intendo a selezionare, con maestria e rapidità, call e put, vendute e comprate.
Troppo spesso, chi “spiega” una strategia, mentre pesca opzioni dalle option chain della piattaforma gentilmente offerta dal broker-sponsor, si limita a dare delle indicazioni piuttosto generali sulla sua struttura.
Prendiamo la butterfly, una delle prime strategie in cui ci si imbatte, quando si parla di opzioni, e una di quelle che, i grandi esperti, considerano “robetta”.
Non vi sono dubbi sulla sua composizione, giusto? La butterfly è composta da due call (o put) spread, uno long e uno short, che condividono lo strike corto.
Ad esempio, con un sottostante che quota 4795 (indovina a quale sottostante stiamo pensando…), potremmo pensare ad una call butterfly rialzista composta da:
- Un long call spread 4800 – 4810
- Uno short call spread 4810 – 4820
Non c’è dubbio che si tratti di una butterfly, giusto?
Tuttavia, la domanda che ci dobbiamo porre è: bastano queste informazioni, ossia gli strike e la loro posizione rispetto al sottostante per selezionare una butterfly sulla quale operare?
Qui di seguito abbiamo riportato i grafici di due butterfly, tutte e due costruite sugli strike visti prima. Quella a sinistra ti costa più di 500$, quella a destra più o meno 300. Come mai?
Se guardi in alto a sinistra, noterai che la prima, quella di sinistra, scade il 14 gennaio, quella di destra il 4 febbraio, 20 giorni dopo.
Bene – ci dirai – si tratta di due scadenze diverse!
Anche chi ha iniziato ieri ad operare con le opzioni americane sa che vi sono tante scadenze tra cui scegliere.
Non solo!
Si sa bene, anche, che il costo dell’opzione o della strategia in opzioni aumenta con l’aumentare del tempo alla scadenza. D’altronde, se si considera la natura stessa dell’opzione, ossia di una scommessa sul prezzo dell’opzione da qui fino alla scadenza, più lontana è quest’ultima, più costa l’opzione.
D’altronde, è un po’ come per l’assicurazione della mia auto: se voglio una copertura annuale, certo pagherò di più rispetto ad una semestrale.
Perciò, è normale che quella che di sinistra, con scadenza il 14 gennaio, ci costi di più di quella che scade 20 giorni dopo!
Aspetta un istante.
Ehm, qui accade il contrario! La scadenza più lontana costa meno di quella più vicina. Come mai?
Con un po’ di riflessione e un pizzico di intuizione, possiamo provare a darci una risposta.
Mentre un’opzione naked, ossia una semplice call o put lunga è una scommessa aperta, per così dire, la butterfly vince solo se, a scadenza, il sottostante si posiziona entro quella specie di piramide che vediamo tracciata nel grafico.
La call (put) lunga è una scommessa aperta perché, se il sottostante sale (scende) oltre il punto di break-even, la nostra opzione guadagna, anzi più il sottostante salirà (scenderà) più la nostra scommessa risulterà vincente.
Non è così per la butterfly. Vogliamo che il sottostante si muova, ma che si muova entro un certo perimetro, ossia quello definito dalla piramide del grafico.
Se la quotazione del sottostante si aggira nei paraggi della piramide, cosa desideriamo, che la scadenza sia a breve o sia tra un mese?
Ovvio! Che la scadenza sia a breve, perché da qui ad un mese, il nostro caro sottostante potrà prendere strade ben diverse e magari ben distanti dalla nostra agognata piramide.
Da qui il diverso comportamento rispetto al tempo, se paragonato all’opzione naked, o anche ad altre strategie direzionali, come i vertical spread.
Cosa possiamo concludere da queste brevi riflessioni?
Che nel mondo del trading in opzioni una delle componenti chiave, se non la più importante, è la scelta COME (proprio quell’how che mancava all’appello…) strutturare e posizionare la strategia prescelta, in termini di strike lunghi e corti, e in termini di scadenza da scegliere.
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Per questo, attraverso il blog che stai leggendo e che speriamo continuerai a leggere, vogliamo provare a darti qualche idea di base su cosa sono le opzioni, perché e come si usano, vantaggi e svantaggi.
Cercheremo di essere anticonvenzionali, con delle spiegazioni più intuitive che scientifiche, sperando che tu possa appassionarti ad uno strumento che – ne siamo convinti – è in grado di cambiare radicalmente il tuo approccio al trading o all’investimento….